La caduta degli dei: perché Musk, Bezos e Zuckerberg sono meno ricchi di prima


La classifica dei miliardari vede sempre Elon Musk in testa con un patrimonio di 235 miliardi di dollari, seguito da Jeff Bezos con 183 miliardi e Bernard Arnault con 168 miliardi. In pratica, rispetto alla precedente rilevazione nulla è cambiato. Ci sono tuttavia un paio di aspetti interessanti da approfondire: il primo è il crollo di Mark Zuckerberg, che dal sesto posto (e da 128 miliardi di dollari) scende fino alla tredicesima posizione (con 85 miliardi di dollari). E il secondo - strettamente correlato al primo - riguarda le grosse perdite subite pressoché da tutti i miliardari che occupano le prime posizioni.

Come si può osservare dalla tabella, il rosso è il colore dominante, e sta a significare che prevalgono i segni meno, sia in rapporto alla rilevazione precedente, sia rispetto ai valori dell'anno passato. A partire da Mark Zuckerberg, si diceva, che riporta la variazione in negativo più significativa con -4,37 miliardi di dollari in meno nell'ultimo periodo, addirittura -40,5 miliardi rispetto allo scorso anno. La motivazione in questo caso è in larga parte legata alla reazione negativa avuta sul mercato dalle azioni Meta dopo la pubblicazione dei (deludenti) risultati fiscali. Il crollo di capitalizzazione successivo all'annuncio dei dati finanziari è stato il più grande mai registrato in un solo giorno da una società americana: le azioni sono crollate del 26%.

Colpiscono le ingenti perdite pressoché di tutti gli uomini più facoltosi al mondo: nella top 10 sono in verde (leggasi: in positivo, sia rispetto all'ultima rilevazione, sia in confronto con l'anno precedente) solo Warren Buffett e l'imprenditore indiano Gautam Adani. Tutti gli altri sono in rosso, e non di poco. A partire da Elon Musk, che in 12 mesi ha perso 35,5 miliardi di dollari del suo patrimonio. Stesso dicasi per

Jeff Bezos: -9,35 miliardiBIll Gates: -9,55 miliardiLarry Page: -4,89 miliardiSergey Brin: -4,76 miliardiSteve Ballmer: -11,7 miliardiLarry Ellison (Oracle): 7,71 miliardi

In molti di questi casi ad aver inciso sono le (prossime) mosse della Fed americana: la Federal Reserve aumenterà presto i tassi di interesse per rallentare l'inflazione, e ciò si sta inevitabilmente ripercuotendo sul mercato azionario. Il nervosismo di queste settimane lo si vede chiaramente, con la corsa da parte dei miliardari a vendere titoli prima che i tassi aumentino - e i rendimenti che tendono a calare progressivamente.


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