Metaverso conquista il mondo del cibo: Mc Donald's investe in due ristoranti

Il colosso americano ha registrato dieci marchi: si potranno vivere esperienze gastronomiche ma anche concerti e spettacoli virtuali. E poi ordinare (sul serio) a domicilio. Anche la catena di fast food Panera e tanti altri brand credono nella nuova tecnologia

Viaggiare nell’infinito, esplorare culture e cibi internazionali, provare piatti unici, nuovi, inediti. O semplicemente ammirare e “degustare” un panino, dopo averne passati in rassegna “enne”. Possibile? La risposta è sì. Quando? Fra qualche mese. Con chi? Con chi vuoi. Dove? Ovunque. È il metaverso bellezza.   

Il fascino magnetico della realtà aumentata conquista anche Mc Donald’s. Il colosso del fast food ha registrato nei giorni scorsi dieci marchi per aprire almeno due ristoranti. Ed è in buona compagnia: anche Panera, un colosso americano di fast restaurant, ha ceduto alla cavalcata del “meta” e si prepara a soddisfare le richieste dei clienti sia nei suoi caffè sia nel virtuale.

Una vera rivoluzione quella che coinvolge Mc Donald’s. Non stiamo parlando di locali tradizionali ma di un ristorante virtuale con beni sia reali sia virtuali e di un altro che si specializzerà in consegna a domicilio. Secondo gli esperti in marchi, i brevetti dovrebbero essere nel giro di 8- 9 mesi, ma molto probabilmente, vista la rapidità con cui si sta sviluppando l’interesse nei confronti del fenomeno metaverso, le licenze arriveranno in tempi anche più brevi.  Basterà attrezzarsi e munirsi di pc e visore. Ed ecco che l’intrattenimento è pronto: i locali firmati dal gigante americano potranno fornire file multimediali contenuti audio, video, opere d’arte, esperienze di realtà aumentata che spazieranno nel mondo del food. E non mancherà anche un marchio di McCafè dove godere di musica e spettacoli. Tramite il metaverso infatti si possono creare avatar, fare incontri con altri, creare oggetti e situazioni, viaggiare, conversare, mangiare panini e o cibi esotici dall’altro lato della luna, a seconda dei propri gusti.

Gran fermento anche nel mondo Panera, lo ha dichiarato lo stesso capo del digitale, George Hanson, a Forbes: “Lavoriamo sempre per essere in prima linea nel progresso tecnologico. Come marchio, siamo costantemente alla ricerca di nuovi modi per migliorare l’esperienza dei nostri ospiti, sia nei nostri caffè che nel metaverso”. E magari navigando nel mondo parallelo si potrà anche vivere l’esperienza dei menù più “da vicino” e fare chiarezza fra i propri gusti, a partire dagli occhi e dalle emozioni per poi approdare – si spera nella realtà vera – a tavola a degustare sul serio le specialità scelte.

La realtà virtuale non ha più confini e nel mondo parallelo gli affari lievitano parallelamente agli investimenti che le aziende più grandi del globo ci fanno, sempre di più. Basti pensare a Facebook, che da fine ottobre ha cambiato nome in Meta, ma anche a Microsoft, Apple, Nike, Ferrari, Walmart, Nvidia, Adidas e così via. Il metaverso avanza sempre di più e con lui la voglia di esplorare mondi nuovi e infiniti, un tempo appannaggio solo della fantasia di scrittori dalla mente e dalla penna d’oro. Il segreto del successo è nel mix di reale e virtuale che viene costruito ad hoc per sedurre curiosi e manager. Basti dire che lo stesso Josh Gerben, un avvocato specializzato in marchi che ha annunciato gli investimenti di Mc Donald’s su Twitter, ha pronosticato che nei prossimi dodici mesi avvieranno il business. “Penso che nessuno voglia essere il prossimo Blockbuster e ignorare completamente una nuova tecnologia in arrivo”, ha dichiarato. Un modello su cui puntano i grandi marchi ma in cui tutti possono investire: la nuova tecnologia si propone infatti come nuova frontiera dei prodotti finanziari. 

Ma da dove nasce il concetto e la parola metaverso? Risale – neanche a dirlo – ai prolifici anni Novanta che in termini di fantascienza e tecnologia ci hanno fatto vivere in un pozzo di potenzialità. La parola è stata inventata dallo scrittore Neal Stephenson in Snow Crash (1992), libro di fantascienza cyberpunk. Stephenson ce l’ha descritto come una realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Pur restando seduti a casa sul divano o sulla scrivania.

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